Artemide e Diana
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Il tiro con l’arco rappresenta bene il genere femminile anche solo attraverso i suoi miti: Artemide e Diana nella Grecia classica e a Roma sono quelli di una donna con arco da caccia, cosi come ricordiamo la mitologia femminile delle Amazzoni. La storia al femminile del tiro con l’arco parte dal tardo medioevo con gran parte dei reali d’Europa intenti a praticarlo: si dice che la seconda moglie di Enrico VIII, Anna Bolena, lo abbia usato per sedurre il marito e che anche sua figlia, la regina Elisabetta I era un’arciera. Anna Bolena era stata allieva di Roger Asham, autore del primo trattato sul tiro con l’arco. Dalla fine dell’800 ai primi del ‘900 l’arco ha fatto emergere campioni e campionesse: Alice Legh è stata di gran lunga l’arciere femminile di maggior successo dei suoi tempi vincendo il campionato britannico ben 22 volte tra il 1881 e il 1922. Nel movimento olimpico il tiro con l’arco fu tra i primi sport a permettere alle donne di competere: la prima gara femminile si tenne nei Giochi nel 1904 a St. Louis (USA), con Matilde Howell, atleta americana che vinse la prima medaglia d’oro in questo sport. Nel 1908 a Londra, dove la Legh non partecipò per prepararsi al campionato britannico considerato più prestigioso delle Olimpiadi, fu Lottie Dod a prendersi la scena (atleta versatile, oltre al tiro con l’arco si dedicò per lungo tempo al tennis vincendo ben 5 volte Wimbledon, fu fondatrice della prima società di hockey su prato, la Spital, giocatrice di cricket, pattinaggio e golf). In finale, però, fu battuta da Sybil Fenton Newall. E proprio la medaglia d’oro della Newall rimane, per molto tempo, la più antica medaglia d’oro individuale nella storia olimpica dell’arco femminile. Ci sono voluti ben 96 anni per un’altra medaglia della Gran Bretagna, il bronzo di Alison Williamson ad Atene 2004.