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06 gennaio 2019 – SAN GIORGIO SU LEGNANO (MILANO)
Un Campaccio grandi firme: l’edizione n. 62 del tradizionale cross di San Giorgio su Legnano, alle porte di Milano, va al 24enne etiope Hagos Gebrhiwet e alla 22enne turca Yasemin Can. Lui � bronzo olimpico in carica dei 5000, lei fresca reduce dalla conquista del terzo titolo europeo consecutivo tra i prati. La quarta tappa stagionale del circuito Permit della Iaaf – giornata primaverile, pubblico numeroso – non potrebbe avere vincitori pi� degni. Con anche un bel contorno d’Italia: a guidare il gruppo azzurro un brillante Yeman Crippa, quarto, cos� come in campo femminile � protagonista Sara Dossena, capace di un ottimo quinto posto.
Yeman Crippa e Yoghi Chiappinelli in azione. Colombo
che sfida —
Gebrhiwet, ottavo etiope a imporsi al Campaccio dopo Wohib Masresha (1971), Sua Maest� Haile Gabrselassie (1994), Fita Bayesa (1995), super Kenenisa Bekele (2002 e 2004), Abrheam Feleke (2010), Muktar Edris (2013 e 2017) ed Imane Merga (2016), ha la meglio nell’attesa sfida col 18enne connazionale Selemon Barega, vincitore tra l’altro della Cinque Mulini 2017. I due, il 31 agosto scorso, alla finale di Diamond League di Bruxelles, han dato vita al pi� grande 5000 della storia da un punto di vista cronometrico, con Barega a imporsi in 12’43”02 (record del mondo junior e quarto crono all-time) e Gebrhiwet, nella specialit� anche bronzo iridato a Pechino 2015, piazzato in 12’45”82. Stavolta, complice un avvio inspiegabilmente tardivo di Barega, partito con 10-15” di ritardo rispetto a tutti gli altri, l’esito � inverso (29’18” a 29’22”): l’attacco di Gebrhiwet, a met� dell’ultimo giro dopo una prima parte comunque lenta, trova il giovane rivale senza pi� gambe anche per via dello sforzo compiuto per rientrare in fretta sui primi. Insieme a loro, a quel punto, � rimasto solo Albert Chemutai, ugandese residente in Toscana, che chiuder� terzo (29’23”). Poi appunto, sotto gli occhi del d.t. Antonio La Torre, gli italiani: “Sono rimasto coi migliori fino all’ultimo giro – dice Crippa, a ore in partenza per un raduno in Algarve – finendo a ridosso del podio. Per colmare il gap ho ancora tanto da lavorare, ma non posso non essere soddisfatto”. Il trentino (29’56”), a San Giorgio era stato ottavo nel 2016 e sesto nel 2017 e 2018. Quinto � un solido Daniele Meucci (30’11”), buon sesto il rientrante Yoghi Chiappinelli (30’14”).
Gebrhiwet, ottavo etiope a imporsi al Campaccio dopo Wohib Masresha (1971), Sua Maest� Haile Gabrselassie (1994), Fita Bayesa (1995), super Kenenisa Bekele (2002 e 2004), Abrheam Feleke (2010), Muktar Edris (2013 e 2017) ed Imane Merga (2016), ha la meglio nell’attesa sfida col 18enne connazionale Selemon Barega, vincitore tra l’altro della Cinque Mulini 2017. I due, il 31 agosto scorso, alla finale di Diamond League di Bruxelles, han dato vita al pi� grande 5000 della storia da un punto di vista cronometrico, con Barega a imporsi in 12’43”02 (record del mondo junior e quarto crono all-time) e Gebrhiwet, nella specialit� anche bronzo iridato a Pechino 2015, piazzato in 12’45”82. Stavolta, complice un avvio inspiegabilmente tardivo di Barega, partito con 10-15” di ritardo rispetto a tutti gli altri, l’esito � inverso (29’18” a 29’22”): l’attacco di Gebrhiwet, a met� dell’ultimo giro dopo una prima parte comunque lenta, trova il giovane rivale senza pi� gambe anche per via dello sforzo compiuto per rientrare in fretta sui primi. Insieme a loro, a quel punto, � rimasto solo Albert Chemutai, ugandese residente in Toscana, che chiuder� terzo (29’23”). Poi appunto, sotto gli occhi del d.t. Antonio La Torre, gli italiani: “Sono rimasto coi migliori fino all’ultimo giro – dice Crippa, a ore in partenza per un raduno in Algarve – finendo a ridosso del podio. Per colmare il gap ho ancora tanto da lavorare, ma non posso non essere soddisfatto”. Il trentino (29’56”), a San Giorgio era stato ottavo nel 2016 e sesto nel 2017 e 2018. Quinto � un solido Daniele Meucci (30’11”), buon sesto il rientrante Yoghi Chiappinelli (30’14”).
Un passaggio di Yasemin Can, 24 anni. Colombo
che show —
Diverso il copione femminile: la Can si invola presto, prima del passaggio a met� gara e fa il vuoto. Il suo � un “one woman show”. La turca di origini keniane gestita della trentina Chiara Davini, reduce dalla tripletta continentale nella specialit� firmata a Tilburg un mese fa, domina (19’21”): l’etiope Silenat Ysnaw � seconda (19’37”), la keniana Caroline Chepkemoi terza (19’46”), l’israeliana Lonah Salpeter, un po’ sotto tono, quarta (19’58”). Poi una sempre pi� pimpante Dossena (20’24”), lontana dalle campestri da un paio di stagioni, a precedere Nadia Battocletti (20’51”), in chiara ripresa dopo il passo falso di fine anno a Bolzano, Isabel Mattuzzi (20’57”) e una ritrovata Giulia Viola (21’01”).
Diverso il copione femminile: la Can si invola presto, prima del passaggio a met� gara e fa il vuoto. Il suo � un “one woman show”. La turca di origini keniane gestita della trentina Chiara Davini, reduce dalla tripletta continentale nella specialit� firmata a Tilburg un mese fa, domina (19’21”): l’etiope Silenat Ysnaw � seconda (19’37”), la keniana Caroline Chepkemoi terza (19’46”), l’israeliana Lonah Salpeter, un po’ sotto tono, quarta (19’58”). Poi una sempre pi� pimpante Dossena (20’24”), lontana dalle campestri da un paio di stagioni, a precedere Nadia Battocletti (20’51”), in chiara ripresa dopo il passo falso di fine anno a Bolzano, Isabel Mattuzzi (20’57”) e una ritrovata Giulia Viola (21’01”).
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