Augusta Masters al via: 33 “sacerdoti“ in giacca verde, fari puntati su Tiger Woods

La tradizione dà un senso a tutto. Woods sfida Rahm e i nuovi fenomeni per il sesto titolo

Dal nostro inviato Matteo Dore

11 aprile – 10:57 – AUGUSTA (USA)

Tiger Woods warms up on the second hole during the first round of the Genesis Invitational golf tournament at Riviera Country Club, Thursday, Feb. 15, 2024, in the Pacific Palisades area of Los Angeles. (AP Photo/Ryan Kang)

Tiger Woods. Getty

All’Augusta National Golf Club la tradizione non è un gioco. È il senso stesso dell’esistenza, è una religione con i suoi sacerdoti vestiti di verde che tramandano il senso di riti arcani e segnali esoterici. Ogni anno, la seconda settimana di aprile, vengono mostrati ai fedeli adoranti i prati perfetti, gli alberi maestosi, i green e i fairway che i golfisti di tutto il mondo sognano un giorno di toccare.

Sainz golf surf

tradizione

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La tradizione tiene insieme il passato, il presente e il futuro e ricostruisce ogni volta il tessuto di cui si nutre questo mito. La memoria è coltivata in tutti i suoi aspetti: può essere la Giacca Verde consegnata al vincitore, il merchandising che viene venduto soltanto nel pro shop e non on line, il divieto per gli spettatori di correre, la proibizione assoluta per qualsiasi marchio commerciale di mettersi in mostra dentro al club, oppure è un incontro a tavola fra i past champions cioè la cena del martedì sera che raccoglie i pochissimi che hanno avuto la fortuna e la capacità di vincere il Masters. Il menù è pensato e offerto dal campione in carica, in questo caso Jon Rahm, che ha fatto assaggiare ai commensali le delizie della cucina spagnola curate dallo chef José Andrés. Quest’anno erano in 33, più il presidente del club, Fred Ridley. Non ci sono mogli, non ci sono accompagnatori. Solo gli dei del golf che chiacchierano tra di loro. Fra gli aventi diritto mancavano lo scozzese Sandy Lyle e Angel Cabrera, che non ha ottenuto il visto per gli Stati Uniti perché è appena stato rilasciato da una prigione argentina dove è stato detenuto per due anni per violenze domestiche. E gli americani, si sa, su certe cose non scherzano affatto.

per sempre

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Alla cena si presentano tutti per due motivi: il primo è che esserci è più di un dovere, sarebbe come per un cardinale mancare un conclave. Il secondo è che la metà di loro non è qui per fare pubbliche relazioni, ma perché oggi giocherà il Masters. E se per qualcuno è normale perché ancora nel pieno della carriera, per altri no. C’è gente che ha 64 anni come Fred Couples, o 58 come Josè Maria Olazabal o 61 come Vijay Singh. Chi vince il Masters ottiene anche il diritto di giocarlo per sempre. È solo il buon senso che suggerisce a un certo momento di dire basta. A tre di loro, i più importanti, i più carismatici, viene chiesto comunque di effettuare il primo tiro del torneo. Quest’anno sono Jack Nicklaus, 84 anni, Gary Player, 88, e Tom Watson, 74. Che cosa succeda dietro le porte della sala nessuno lo sa con certezza, si possono immaginare i discorsi, le battute, la complicità. I ricordi. C’è gente che pagherebbe milioni per far parte di questo gruppo di eletti, finire la carriera senza Masters è un dispiacere che dura una vita e che ti viene ricordato ogni secondo martedì di aprile.

tiger c'è

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Nella foto, in terza fila, c’è Tiger Woods. Lui ne ha vinti cinque, meglio solo Nicklaus con sei. Oggi giocherà tardi, alle 13.24 ore locali, le 18.24 in Italia. Nessuno crede in un miracolo, anche se lui sorride sornione e dice che se è qui è chiaramente per vincere: "Penso che io abbia davvero la possibilità di conquistare il Masters per la sesta volta". Per lui è il torneo numero 26, solo una volta non ha passato il taglio, gli è successo quado era ancora dilettante nel lontanissimo 1996. Da allora una striscia di 23 passaggi al weekend, dovesse farlo anche stavolta stabilirebbe il record assoluto superando il primato che per il momento condivide con Gary Player e Fred Couples. Ha 48 anni, una fiducia infinita in sé stesso ed è ancora il centro di gravità emozionale del mondo del golf. Oggi la gente guarderà soprattutto lui, e se forse nessuno si aspetta davvero che sia proprio Tiger a scegliere il menù della prossima cena – a proposito, la prima volta propose cheeseburger, patatine fritte e milkshake, del resto aveva solo 22 anni – è innegabile che il Masters numero 88 abbia lui in copertina. Perché va bene Scheffler, va bene McIlroy, ma basta che Tiger sia in campo per diventare immediatamente il centro dell’attenzione.

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