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“Ovviamente – sottolinea Simona – mi manca, come manca all’Italia, l’impresa mondiale. Ma personalmente, proseguendo in quella lista, potrei inserire il successo ottenuto a Ginevra nel 2002, in occasione del Torneo Internazionale Boule d’Or a cui aderirono le migliori giocatrici, e insieme a Roberta Clavarino battemmo la pluricampionessa mondiale ed europea, la francese Angelique Papon. Una gioia immensa. A livello emotivo aggiungerei il giorno in cui vinsi il titolo individuale a Genova il 24 giugno del 2001, e seppi che era nata la mia prima nipotina. Già quando conquisti un oro da solista vivi una emozione diversa, lo senti tutto tuo. Ed è altrettanto bello e gratificante quando in occasione di competizioni mondiali incontri giocatrici che si ricordano di te, con le quali si è instaurato un rapporto di amicizia, che ti rispettano come avversaria, e le persone che ti vengono a cercare per un autografo. Ecco, al di là degli innumerevoli successi, delle sfide prestigiose, delle partite entusiasmanti, dei carreau, sono quelli gli episodi più belli, i ricordi che ti porti dentro per tutta la vita. Ma il ricordo più bello sarà quello che deve ancora concretizzarsi: l’uscita da questa pandemia”.