Sara, figlia di due lanciatori, è di Fidenza, giocava a tennis e andava a cavallo. E pensare che da piccola l'atletica le faceva paura…
11 giugno – 11:03 – ROMA
Stupisce fino a un certo punto, l’oro di Sara Fantini nel martello. Che attendeva la medaglia più nobile da tanto tempo. In effetti già dal 18 giugno 2022, quando a Madrid battè dopo 17 anni con 75.77 il primato italiano di Ester Balassini (73.59), si capiva che c’era ancora tanto da esprimere. Il bronzo europeo a Monaco dopo qualche mese, e ora quest’oro pazzesco. Quando finisce la sua gara impazzisce di gioia, com’è giusto che sia. I fotografi la braccano subito: "Grida, grida", le dicono. E lei: "Sìììììììììììì. Va bene così?". Certo che va bene. Anzi, va benissimo. Poi arriva la sua allenatrice, Marinella Vaccari, e la abbraccia fortissimo mentre le consegnano la bandiera tricolore. "Aspetta, aspetta, dove vai, dimmi se me la metto giusta". E giù una risata mischiata alle lacrime, mentre anche le colleghe la vanno ad abbracciare.
sorpasso
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"Il boato del pubblico è stato bellissimo – racconta -. È stato super emozionante, l’Olimpico l’ho sentito tantissimo, il momento del lancio che mi ha consentito il sorpasso lo ricordo, eccome se me lo ricordo. Non era facile fare quel lancio, fortunatamente mi è andata bene. In gara cerco di essere concentrata e molto presente, so che le mie possibilità sono molto alte. Cerco di dare tutta me stessa, qualche volta succede, qualche volta no". Battere la polacca pluricampionessa olimpica Wlodarczyk non è stato facile. "Alla fine Anita mi ha fatto anche i complimenti – prosegue -, mi ha fatto davvero piacere, ma qui siamo tutte molto amiche, gareggiamo nei meeting, siamo spesso insieme, è anche logico stringere amicizie. Anita è stata ed è un mito nel martello, pensare di averla battuta ancora ora mi fa venire i brividi. Le Olimpiadi? Ci sono atlete molto forti, hanno come personale misure attorno agli 80 metri, parliamo di… “metroni” però quest’oro mi mette ancora più carica addosso. C’è da lavorare tanto, ci sono diversi giorni prima di Parigi, voglio mettercela tutta".
la gara
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Costante, la sua gara. Primo lancio a 70.05, secondo col martello che atterra a 72.30, poi ancora un miglioramento nel terzo: 72.61. è qui che l’emiliana si mette in testa, ma il capolavoro lo compie nel quarto lancio, con quel 74.18 che comincia a farle capire che sì, l’impresa si può fare. E così sarà, perché né la Wlodarczyk (argento alla fine con 72.92) né la francese Loga (72.68) riusciranno a sorpassarla.
problemi
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Sara, residente a Fidenza, è la classica figlia d’arte, figlia di due lanciatori. Il papà è Corrado Fantini, finalista olimpico del peso nel 1996, e la mamma Paola Iemmi, specialista delle prove multiple e poi del giavellotto. Sara è rimasta lontana dai campi di atletica fino al 2013, perché non voleva trascorrere le giornate dove aveva visto i genitori allenarsi con tanta fatica. Dopo un paio di mesi di preparazione, cominciando con il lancio del disco, si è piazzata undicesima nel martello alla prima apparizione tricolore tra le allieve. In precedenza s’era cimentata nel tennis (sette anni) e anche con l’equitazione, praticata con la “monta americana”, quella dei classici film western. È stata seguita inizialmente dalla mamma nel campo di Fidenza, dal 2015 con il supporto tecnico di Nicola Vizzoni e dal 2016 con quello della Vaccari. Nel 2017 ha conquistato il suo primo titolo tricolore assoluto realizzando nello stesso anno la migliore prestazione nazionale promesse (68.24). Per la prima volta nel 2019 ha superato i 70 metri con 70.30 e poi ha vinto il bronzo agli Europei Under 23 continuando i progressi nelle stagioni successive. "Questa è una specialità non semplice – osserva -, non sono qui per parlare dei problemi anche se ce ne sono. Abbiamo difficoltà nel reclutamento, gli stereotipi sul fisico sono solo uno dei tanti. Bisogna dare il tempo per crescere e lavorare per far sì che la specialità acquisti più importanza. Mi auguro che quest’oro aiuti il settore".