Sabato notte Xander Schauffele ha ricevuto un messaggio in tedesco, glielo aveva mandato suo papà Stefan: “Steter tropfen höhlt den stein”. Non particolarmente a proprio agio con la lingua dei suoi avi ha dovuto chiedere la traduzione e ha scoperto quello che voleva dirgli il padre, ma lui lo sapeva già benissimo: la goccia scava la roccia. Il giorno dopo ha trionfato al Pga Championship, il suo primo major in carriera e tutti sono stati contenti. Che uno come lui, a 30 anni, non avesse ancora vinto uno dei quattro tornei più importanti era davvero strano. Vero che si era portato a casa la medaglia d’oro all’Olimpiade di Tokyo, ma la grandezza di un golfista si pesa soprattutto con i majors e la mancanza del suo nome nell’albo d’oro della nobiltà cominciava a essere frustrante. Californiano, nato a San Diego da padre francotedesco e madre taiwanese, Schauffele è la prova provata che impegno e costanza portano lontano: sono due anni che non manca un taglio, l’ultima volta gli capitò al Masters 2022, ed è un abbonato alla Top10. La vittoria al Pga l’ha portato al secondo posto nel ranking mondiale. Ma il golf corre veloce e fatti i dovuti applausi a Schauffele, appena chiuso il Pga i giocatori hanno iniziato a pensare al futuro. Soprattutto al prossimo major, lo Us Open in programma fra un mese a Pinehurst, in North Carolina, dal 13 al 16 giugno. Lo Us Open è il torneo più democratico che c’è perché a parte i qualificati di diritto – per esempio i migliori 60 del mondo o i vincitori di un major negli ultimi 5 anni – chiunque può iscriversi a un lungo processo di qualificazione con una serie di appuntamenti in tutto il mondo. Lunedì c’erano le gare finali in Giappone, a Dallas e in Inghilterra. In Texas erano iscritti 138 giocatori, in palio 11 posti. In Inghilterra 102 per 7 pass. Due giri di gara crudeli e appassionanti. Il risultato è stato straordinario per l’Italia. A Dallas c’era Francesco Molinari che ha chiuso al quarto posto, qualificato, in Inghilterra erano in campo sette azzurri e due hanno sfiorato il colpo, Migliozzi e Pavan, e altri due hanno centrato la qualificazione: Edoardo Molinari e Matteo Manassero. Un ottimo risultato per il movimento italiano che tornerà ad avere tre protagonisti in un evento del Grande Slam, cosa che non si verificava dal 2021 proprio all’US Open (in campo i due Molinari e Guido Migliozzi).
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