Il 29 settembre via al torneo: Stati Uniti contro Europa. Tutto esaurito al campo “Marco Simone” di Guidonia. Gli americani incantati dai tramonti e da Trastevere
Matteo Dore
26 settembre
– roma
Questa mattina le prime navette si sono mosse dalla città quando Roma era ancora immersa nel buio. Gli spettatori hanno cominciato ad arrivare al Marco Simone di Guidonia prima dell’alba, i cancelli si sono aperti alle sette meno un quarto. E in quel momento è subito iniziata la festa. Perché questo è la Ryder Cup: una sacra rappresentazione cominciata quasi un secolo fa, nel 1927, che ogni due anni celebra se stessa e tutto il golf, che onora la tradizione e parla di futuro. Stati Uniti contro Europa, il golf che piace anche a chi non lo capisce. Cuore e passione, dramma e dolore. Il viaggio centenario della Ryder da oggi fa tappa a Roma, la gara inizierà solo venerdì per concludersi domenica, ma le squadre sono in Italia già da ieri quando i giocatori hanno cominciato ad allenarsi. Da oggi tutto il cerimoniale comincerà a seguire la sua liturgia sacra e immutabile: foto ufficiali, allenamenti, giri di prova, conferenze stampa, incontri di gala. Ogni giorno da oggi a domenica al Marco Simone entreranno circa 50mila persone, senza differenza fra le giornate di prova e quelli di gara. Per la prima Ryder Cup italiana arriveranno appassionati da tutto il mondo. Sono stati distribuiti biglietti in 85 Paesi. Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Irlanda le nazioni in cui ne sono stati venduti di più. La Ryder verrà trasmessa in 201 nazioni: il torneo sarà ripreso con oltre 80 telecamere sparse lungo le 18 buche per la produzione del segnale internazionale.
Biglietti esauriti
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Il golf è uno degli sport più diffusi del mondo. Lo si gioca ovunque, in tutti i continenti. E Roma in questi giorni è il centro dell’impero: i biglietti sono esauriti da mesi, gli alberghi completi. I capitani di Europa (Luke Donald) e Usa (Zach Johnson) sono al lavoro da mesi per presentare le squadre migliori, gli organizzatori da molto più tempo, dal dicembre 2015 quando la Ryder fu ufficialmente assegnata all’Italia. Zach Johnson ha scherzato: “Questo posto non delude mai e so che i giocatori la pensano allo stesso modo”. Gli americani erano venuti a provare il campo a inizio settembre e non c’era voluto molto per farsi conquistare dalle delizie romane, tra cene in trattoria a Trastevere e tramonti ammirati dalla terrazza dell’albergo che ospita entrambe le squadre a Monte Mario e che si affaccia sulla città. Questa volta sono arrivati accompagnati da mogli e compagne, a parte Jordan Spieth che è appena diventato papà, e anche le signore si sono presentate in divisa scendendo dall’aereo: lo spirito di gruppo si cementa anche arruolando le famiglie. “I ragazzi sono pronti – ha detto Johnson – Beh, in realtà è una bugia perché sono esausti, ma venerdì saranno pronti”.
l’eleganza della ryder
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Ieri sono arrivati alla spicciolata al Marco Simone. Un po’ in campo pratica, un po’ sul putting green. Gli americani alle prese con il fuso orario da smaltire, gli europei – elegantissimi nella divisa con i bermuda beige da allenamento di Loro Piana – a lavorare sugli approcci e qualcuno come Hovland anche sul gioco lungo. Il più carico sembrava il capitano europeo Luke Donald: “Sono molto eccitato, è trascorso più di un anno da quando sono venuto qui a vedere il campo, sarà qualcosa di spettacolare. Tutti quelli coinvolti nell’organizzazione hanno fatto lavoro eccezionale, non ho mai visto tribune così grosse, e anche il settore hospitality è impressionante. Come capitano devi essere sicuro di te, è un ruolo più complicato rispetto a quello di semplice giocatore perché devi gestire un team e mettere d’accordo caratteri e idee diverse. Da giocatore hai il destino nelle tue mani, invece nel mio ruolo puoi solo guardare. Ma cercherò di godermi ogni momento più che posso”.
la tigre della ryder
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Nella grande festa della Ryder c’è solo una piccola malinconia, perché c’è un grande assente, Tiger Woods. È dal Masters di aprile che praticamente non si vede più, se non qualche rara e fugace apparizione social per un paio di tiri in campo pratica. Lo ha confermato Zach Johnson: “Non verrà. Però Tiger ci incoraggia sempre, scrive messaggi ai giocatori e ai miei vicecapitani, gli sono grato per questo, è il migliore della nostra generazione”.
Le squadre: Europa
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Aberg (Svezia) Ranking: 80
Fitzpatrick (Inghilterra) Ranking: 8
Fleetwood (Inghilterra) Ranking: 14
Hatton (Inghilterra) Ranking: 11
Hojgaard (Danimarca) Ranking: 81
Hovland (Norvegia) Ranking: 4
Lowry (Irlanda) Ranking: 34
MacIntyre (Scozia) Ranking: 55
McIlroy (Irlanda del Nord) Ranking: 2
Rahm (Spagna) Ranking: 3
Rose (Inghilterra) Ranking: 36
Straka (Austria) Ranking: 22
Capitano Luke Donald (Inghilterra)
Le squadre: Stati Uniti
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Burns Ranking: 21
Cantlay Ranking: 4
Clark Ranking: 11
Fowler Ranking: 25
Harman Ranking: 9
Homa Ranking: 7
Koepka Ranking: 14
Morikawa Ranking: 19
Schauffele Ranking: 6
Scheffler Ranking: 1
Spieth Ranking: 12
Thomas Ranking: 26
Capitano Zach Johnson
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