Marchisio sogna i Giochi: “La boccia è la mia arma per non arrendermi“

La ventenne nata a Genova vicina anche alla laurea al Politecnico di Torino. "Lo sport mi aiuta tante anche nello studio. Ma voglio andare a Parigi"

Simone Corbetta

1 agosto
– Milano

Atleti della boccia in azione
Atleti della boccia in azione

Si sono da poco conclusi gli Epyg (European Para Youth Games) con l’Italia che ha ottenuto ottimi risultati, piazzandosi terza nel medagliere con 13 ori, 14 argenti e 15 bronzi. Una disciplina che ha regalato tre medaglie (due argenti e un bronzo) è quella della boccia paralimpica. Giulia Marchisio, vent’anni, porta a casa un argento a squadre ed un bronzo individuale. È un bronzo che ha quasi il sapore di un oro per la ligure della categoria BC3: "Sono soddisfatta di aver vinto il bronzo in questa manifestazione, a cui ho già partecipato una volta, sempre in Finlandia nel 2018, arrivando quarta. Ho sperato tanto nell’oro – confida -, ma trovandomi a gareggiare con atlete molto forti come quelle di Portogallo, Grecia e Francia non era scontato. Salire sul podio è stato un vero onore".

Prima volta

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Giulia è l’atleta che potrebbe portare, per la prima volta nella storia, la boccia a una Paralimpiade, quella di Parigi 2024. L’occasione si presenterà già a settembre, quando a Roma si disputerà il World Boccia Intercontinental Challenger, gara propedeutica per i Giochi. Nata a Genova, ma residente ad Asti, Giulia ha una tetraparesi spastico distonica, una forma di paralisi che non le permette di controllare i movimenti degli arti superiori e dell’arto inferiore destro. Il suo piede sinistro le permette di svolgere tutte le attività: "È la mia mano – spiega – mi permette di scrivere, di usare il cellulare, il tablet e anche una penna touch. Per guidare la carrozzina elettronica ho un joystick, che mi consente anche di lavorare con dei programmi collegandolo tramite bluetooth al mouse del pc. Ho una disabilità grave, ma non mi sono mai arresa – racconta – e grazie all’aiuto e al sostegno della mia famiglia e degli amici ho vissuto bellissime avventure, come quelle dello sport paralimpico con la boccia, ma anche esperienze legate alla quotidianità come il viaggiare o frequentare il corso di design e comunicazione presso il Politecnico di Torino".

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Studente modello

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È una studentessa modello: "Ho superato tutti gli esami in queste sessioni del primo anno al PoliTo e di questo sono molto fiera. Manca l’ultimo esame da dare a settembre. Si tratta di una prova pratica su un programma di disegno tecnico, la parte che più preferisco di questo corso, per cui non sono affatto preoccupata. Posso così dedicare l’estate agli allenamenti per preparami al meglio al Challenger di Roma”. Lo sport è fondamentale nella sua vita:” Mi ha aiutato molto sia dal punto di vista della determinazione che della concentrazione. E poi l’attitudine all’allenamento costante aiuta anche nello studio”. L’allenamento è importantissimo per giungere al risultato finale:” La frequenza varia da una volta a settimana, nei momenti in cui devo concentrarmi di più sullo studio, a tutti giorni quando sono in procinto di affrontare gare nazionali e internazionali. Bisogna fare i campi (tracciare le linee con il nastro adesivo, ndr) e poi si inizia. Mi alleno tirando le bocce a lunga, media o breve distanza in base agli avversari che dovrò affrontare e agli errori che ho commesso nelle gare precedenti. Una sessione dura tra l’ora e mezza e le tre ore”. Si è avvicinata al mondo della boccia paralimpica per caso, grazie a una manifestazione: "Vicino ad Asti, nel 2014, in occasione della settimana della disabilità, ho partecipato a una presentazione di questa disciplina. Tra l’altro in quell’occasione ho conosciuto la mia amica e avversaria Cocca Visconti. Posso dire che è grazie anche a lei se mi sono avvicinata a questo mondo favoloso".

Giulia Marchisio, 20 anni compiuti a Marzo

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Legami di Nazionale

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È infatti un legame molto stretto quello con i compagni di nazionale: "Ho un buon rapporto con loro. Pur essendo avversari in Italia, ai raduni o in gara per la maglia azzurra sembriamo, anzi, siamo una grande famiglia". Partecipare, per la seconda volta, agli Epyg è stata una bellissima esperienza: "Sono una vera e propria figata perché ci sono tutte le discipline, non solo la boccia: dal nuoto all’atletica, al basket". Ma è la boccia, forse, la disciplina che maggiormente esprime lo spirito paralimpico: “Credo che sia lo sport più inclusivo, perché è l’unico praticabile da persone con disabilità gravi o gravissime”. Regala agli atleti molti benefici: autocontrollo, autostima e integrazione sociale. È presente nel programma dei Giochi da Los Angeles 1984. Per l’appuntamento di settembre a Roma si sente pronta: "Sono molto emozionata e contenta in vista del World Boccia Intercontinental Challenger a Roma. Per la prima volta partecipo a una gara internazionale in Italia, così potranno venirmi a supportare amici e parenti. In questo periodo mi sto allenando tanto in quanto vorrei davvero dare il massimo”. Il sogno è proprio la qualificazione paralimpica: ”Sarebbe una grandissima gioia. Sono consapevole che si tratta di un traguardo molto difficile, sul quale bisognerà lavorare tanto e migliorare ancora”.

1 agosto – 17:16

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