Il 35enne britannico ha regalato la vittoria a DeChambeau con due errori nel finale: non vince un major da dieci anni, lo spreco è l'ennesima tappa di una carriera imprevedibile
17 giugno – 12:08 – MILANO
Lo Us Open 2024 verra ricordato a lungo, se ne parlerà, si rivedranno le immagini, passerà certamente alla storia del golf. E probabilmente il nome del vincitore – Bryson DeChambeau – sarà solo un dettaglio perché il cuore del racconto, il protagonista assoluto, è l'eroe sconfitto, ancora una volta battuto dagli dei dello sport contro cui sta lottando da anni, ogni volta un po' più vicino al sacro fuoco che gli è negato, ogni volta più illuso e più crudelmente respinto. L'eroe di questa storia è Rory McIlroy, magnifico perdente come un guerriero omerico.
troppa pressione
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Rory a 25 anni aveva già vinto quattro major. Uno Us Open nel 2011, due Pga Championship e un British Open. Gli mancava solo il Masters per fare il Grande Slam, sembrava solo una questione di tempo. L'ultimo successo invece è del 2014, sono passati dieci anni. Da allora ha vinto tantissimi tornei, anche molto importanti, ma mai uno dei quattro totem del golf. Ieri, domenica 16 giugno, sembrava arrivato il momento giusto, quello tanto atteso. Alla buca 15 aveva due colpi di vantaggio su DeChambeau, a poco più di mezz'ora dal trionfo, padrone del suo destino, acclamato dal pubblico e sorridente. Poi gli dei, cattivi e dispettosi, si sono presi la soddisfazione di punire l'uomo che stava per spezzare il loro incantesimo. Tutti noi ci formiamo un'opinione delle persone in base al modo in cui si comportano quando sono sotto pressione. E ieri Rory – purtroppo – ha ridefinito in negativo la considerazione che il golf ha di lui. Ieri Rory è caduto rovinosamente, sbagliando quello che sembrava impossibile. Si è spezzato sotto il peso della pressione. Sul green della 16 si è trovato a dover tirare un facile putt per il par. Circa sessanta centimetri. Fino a quel momento, in stagione, aveva tirato 496 putt sotto i tre piedi di distanza, circa un metro, e ne aveva imbucati… 496. Tutti. Nessun errore. Cento per cento di realizzazione. La pallina ha sbordato e si è fermata a dieci centimetri dalla buca. Beffarda. Venti minuti dopo, alla 18, la stessa scena. 498° putt sotto il metro, secondo errore della stagione. E porta spalancata a DeChambeau che mezz'ora prima era sconfitto e improvvisamente si è ritrovato campione UsOpen 2024.
la resa e la fuga
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Rory non ha aspettato nemmeno un secondo. Ha abbassato la testa, chiuso gli occhi ed è scappato via. È salito in macchina ed era già lontano quando DeChambeau ha alzato la coppa. Solo con sé stesso e con la sua maledizione. Nelle ultime settimane aveva depositato i documenti per il divorzio dalla moglie Erica, poi li aveva ritirati concedendo altri sei mesi di prova al matrimonio in crisi. Chissà se ieri sera ha trovato qualche consolazione parlando con Erica o se l'enormità della sconfitta ha creato un nuovo solco tra loro. Perché in questi dieci anni di caccia a un major McIlroy poteva dirsi di essere sempre stato battuto da qualcuno che in quel momento aveva giocato meglio di lui. Capita, il golf è fatto così, si può accettare. Ma come si può andare avanti sapendo che questa volta la colpa è tua, che nessuno è stato più bravo di te ma che semplicemente ti sei arreso davanti alla tua fragilità? Che non sei stato abbastanza bravo come hai sempre creduto di essere. Oggi Rory è un eroe sconfitto. Ha perso in un modo così clamoroso che ha rubato la scena al vincitore. Chissà se si ripresenterà l'occasione o se gli dei del golf hanno chiuso definitivamente la partita. Certamente noi umani non smettiamo di fare il tifo per lui.