Molinari: “Sarò ancora il vice di Donald nella Ryder Cup. A New York 2025 per un’impresa“

ll torinese, dopo la vittoria di Roma, resterà al fianco del capitano: "Vincere in casa degli Usa è molto difficile"

Matteo Dore
Giornalista

19 marzo – 08:27 – MILANO

Una Ryder tira l’altra. Dopo aver vinto in settembre a Roma, la squadra europea ha già confermato anche per il 2025 a New York il capitano Luke Donald. Che a sua volta ha preso subito una decisione: ha chiesto a Edoardo Molinari di continuare a fargli da vice. "Luke mi ha scritto qualche ora prima dell’annuncio per avvisarmi e per dirmi che avrebbe voluto ancora il mio aiuto perché ero stato molto utile e indispensabile. Poi mi ha richiamato dopo due o tre giorni, Io gli ho detto subito di sì. È stato un bel riconoscimento del lavoro fatto insieme". 

Che cosa ricorda con più piacere della Ryder, a parte le feste per il successo? 

"Due momenti che hanno a che fare con Luke Donald. Uno è stato il venerdì mattina, giorno dell’esordio, erano le quattro del mattino e non riuscivo a dormire. A un certo punto ho preso il telefono e ho visto che anche Luke era sveglio perché era online su whatsapp. Così abbiamo cominciato a scriverci, non vedevamo l’ora di iniziare. È stato un momento intimo e importante".

Il secondo ricordo? 

"Mentre aspettavamo la premiazione, Luke mi ha ricordato che appena fatta la squadra mi aveva chiesto come sarebbe finita. Io gli avevo risposto che lo avrei scritto su un foglietto che avrei conservato nel portafoglio. Così l’abbiamo guardato insieme. Avevo scritto 15½-12½ per noi, invece era andata ancora meglio: 16½-11½. Mi ha detto: la prossima volta cerca di azzeccare anche il risultato giusto…". 

DUBAI, UNITED ARAB EMIRATES - JANUARY 19: 2025 European Ryder Cup Captain, Luke Donald (R) and Vice-Captain Edoardo Molinari pose for a portrait on January 19, 2024 in Dubai, United Arab Emirates. (Photo by Richard Heathcote/Getty Images)

Che cosa cambierà fra la Ryder di Roma e quella di New York del 2025? 

"Più di quello che la gente si immagina. Giocare in trasferta cambia tutto, ci sono cose su cui non hai controllo. Loro decideranno quasi tutto. Però ci sono meno cose a cui dover pensare. Ci sarà molta meno aspettativa perché vincere in trasferta è quasi impossibile. Il primo che ci riuscirà farà un’impresa e il primo che perderà in casa farà una figuraccia. Sappiamo che è un grosso vantaggio per noi e che dovremo mettere più pressione su di loro". 

E la squadra? Jon Rahm per esempio è passato alla LIV con Hatton e Meronk. Cosa succederà? 

"Penso che da qui a due anni si troverà il modo di poterli chiamare comunque, l’unico requisito al momento è che siano membri dell’European Tour. Credo che uno come Rahm, costi quel che costi, voglia giocare la Ryder. Quindi non credo che si dimetterà dal circuito europeo". 

Rahm è andato nella lega araba per una cifra pazzesca, mezzo miliardo di dollari. Ormai sembra che nel golf si parli solo di denaro. 

"Io sono sempre rimasto a vivere in Italia anche a costo di pagare qualche tassa in più perché credo che ci sia una qualità della vita che non ha un prezzo. Sinceramente non capisco chi ha 20 o 30 anni e rischia di buttare all’aria una carriera per andare nella LIV. Certo che se vengono da me e mi offrono 300 milioni la cosa mi cambierebbe la vita, ma non vengono. Qualche settimana fa parlavo con Nicolai Hojgaard che ha avuto una buona offerta e l’ha rifiutata perché sa che se continuerà a giocare bene guadagnerà comunque tanti soldi, ma sarà più libero di prendere certe decisioni e sarà sicuro di giocare i Major. È difficile dire di no davanti a tanti soldi, ma se si fanno scelte solo in base al denaro si rischia di rimpiangerle un domani". 

Questa settimana è impegnato a Singapore. Lei ha già 43 anni, il più anziano del gruppo azzurro.

"Siamo amici, ci capita di andare a cena tutti insieme, per esempio sono stato molto felice per il successo di Matteo Manassero in Sudafrica. Ogni tanto i più giovani mi chiedono qualcosa, ma anche a me serve stare con loro, è un aiuto per tutti".

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