Nespoli: “Mente e corpo, ecco come mi preparo. E che passione per la cucina”

Medaglia d’argento a Tokyo 2020 nella gara individuale, l’arciere vogherese Mauro Nespoli racconta come lavora in vista dei grandi appuntamenti. E rivela i suoi sogni nel cassetto

Federico Mariani

21 settembre 2021 (modifica alle 09:42)
– Milano

Prima l'argento a Pechino 2008 nella gara a squadre insieme a Ilario Di Buò e Marco Galiazzo. Poi l'oro a Londra 2012, insieme nuovamente a Galiazzo e a Michele Frangilli. Stavolta, alle Olimpiadi 2020, il secondo posto nella competizione individuale. Mauro Nespoli si conferma una volta di più uno dei punti di forza del movimento italiano del tiro con l'arco. Ma come ci si può preparare per gestire la pressione psico-fisica di una competizione simile? L'atleta vogherese racconta a Gazzetta Active i segreti del suo allenamento.

Mauro, come si è preparato per le ultime Olimpiadi? Ha cambiato qualcosa nella preparazione?

“Sicuramente l'Olimpiade di Rio, terminata senza medaglia, nonostante un buon sesto posto individuale, mi ha dato diversi spunti per correggere il tiro, soprattutto dal punto di vista mentale e nell'approccio alla competizione. Ho lavorato sugli errori commessi a Londra e a Rio per potermi migliorare e alzare ulteriormente il livello. Quest'anno in più a causa del Covid è stato utile per fare un 'pre-test' di ciò che abbiamo riproposto nel 2021”.

Sotto l'aspetto mentale c'è qualcosa su cui si sofferma maggiormente come la sicurezza, la gestione della tensione?

“Principalmente si lavora sulla capacità di rimanere sul 'qui e ora', sulla linea di tiro, senza far spostare l'attenzione verso il bersaglio, creando possibili dubbi. Questi vanno filtrati. L'ideale è occupare la memoria mentre si sta costruendo il gesto. Il grosso del lavoro in questo senso è legato all'introspezione di quello che è il proprio percorso e alla percezione di come il corpo si muove sotto il comando della mente”.

Nespoli pratica il tiro con l’arco da 24 anni (foto @the_nesp)

Nespoli pratica il tiro con l’arco da 24 anni (foto @the_nesp)

C'è anche un allenamento sull'autostima quindi.

“Se uno non fosse convinto dei propri mezzi, lascerebbe molto prima. Questo è uno sport che richiede parecchie frecce. Sono più quelle che termineranno fuori dal dieci in una carriera intera rispetto ai colpi andati a segno. Se non ci fosse autostima, sicuramente un atleta lascerebbe questo sport presto”.

Sotto l'aspetto fisico, invece, come si struttura il suo allenamento?

“Non è uno sport che, per le caratteristiche del gesto tecnico, richiede di essere dotati di un fisico particolarmente prestante, magri e atletici. L'attività cardiovascolare che svolgiamo è mirata a contenere per quanto possibile i battiti cardiaci, anche se questo non si ripercuote troppo sulla gara. Infatti è un innalzamento dei battiti legato all'adrenalina, non tanto dall'impegno fisico. Si fa per il benessere. Ci concentriamo su core stability e capacità di gestione e resistenza alla fatica specifica del gesto”.

Anche perché per un profano della materia può non sembrare uno sforzo fisico così complicato.

“Bisogna considerare che ogni gara è costituita da un centinaio di tiri e ogni volta che trazioniamo l'arco solleviamo circa tre chili e mezzo, il peso dell'attrezzo. Quindi trazioniamo dai 20 chili delle donne ai 30 degli uomini per ogni lancio. Moltiplicando il tutto per 100 si ha una misura di quello che è lo sforzo fisico al termine della competizione. Per essere performanti in gara, arriviamo a lanciare anche 600 frecce in allenamento”.

Per Nespoli, è importante svolgere un lavoro approfondito sia dal punto di vista fisico che mentale (foto @the_nesp)

Per Nespoli, è importante svolgere un lavoro approfondito sia dal punto di vista fisico che mentale (foto @the_nesp)

Al di fuori delle gare, come si rilassa? Quali sono le sue passioni?

“Mi piace molto camminare in montagna, quando ne ho l'occasione. Mi piace molto girare le colline dell'Oltrepò. Ultimamente sto scoprendo le montagne della Maremma grazie alla mia fidanzata. Mi piace cucinare, forse anche per compensare le energie spese durante le camminate (sorride ndr.). E ovviamente mi piace mangiare. Questi sono i miei hobby al momento. Prima avevo più tempo per leggere. Ora, invece, diventando più vecchio, impiego più tempo per allenarmi e quindi ho meno momenti liberi a disposizione”.

Il piatto forte?

“Risotto con bonarda e salsiccia. Quello è il mio must”.

Ultima domanda: quali sono i sogni nel cassetto?

“Poter ripercorrere nell'individuale quanto fatto nelle gare a squadre. Ho iniziato con l'argento a Pechino, seguita dall'oro a Londra. A Tokyo sono arrivato secondo. Spero che a Parigi o a Los Angeles si possa migliorare ancora”.

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