Pizzul e l’amore per le bocce: “I ricordi di bambino e quelle telecronache del volo”

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Tra i dirigenti con cui Bruno Pizzul legò di più, l’ex presidente federale Sandro De Sanctis, “un grandissimo uomo di sport, che ha fatto tanto per il mondo delle bocce e con cui ho avuto sempre un ottimo rapporto. Era l’anima di tante manifestazioni e Gran Prix, nonché del Premio Marche (oggi MB FIB Award, ndr) che ho avuto l’onore di ricevere nel 1990”. “Mi fa enormemente piacere che oggi si lavori molto sulla comunicazione e sull’immagine dello sport delle bocce – il pensiero di Bruno Pizzul –. Ormai è soltanto un vecchio luogo comune che sia una disciplina da bar. La Federbocce è una grande Federazione e, per giocare, sono fondamentali le componenti di carattere fisico, tecnico e tattico di quest’attività sportiva. La preparazione tecnica è fondamentale”. “È bello vedere incontri di alto livello di bocce, di qualsiasi specialità. Questa disciplina è affascinante – le parole del giornalista che ha raccontato per la tv di Stato cinque Mondiali e quattro Europei di calcio –. Sono stato sempre molto orgoglioso di poter narrare le bocce in televisione, tanto che per un periodo ho curato anche una rubrica di mezz’ora a settimana sulla RAI”. “Tra i miei ricordi più belli – Pizzul torna indietro con la mente – i Mondiali della Raffa di Milano nel 1985 e 1989 e Lugano nel 1991 e, in tempi più recenti, quelli di Roma. Ricordo con passione diverse telecronache del Volo, soprattutto quando ero chiamato a raccontare staffetta, tiro di precisione o tiro progressivo. “In particolare – le sue parole – a Milano ricordo il punto finale dell’Italia, l’abbraccio finale degli azzurri e il calore delle persone assiepate nel palazzetto dello sport; mentre, a Lugano riuscimmo a vincere contro i padroni di casa della Svizzera. Ogni telecronaca di bocce mi ha lasciato qualcosa dentro. Si tratta di piacevoli ricordi, anche perché i giocatori di bocce, a differenza dei loro colleghi degli altri sport, molti dei quali restii alle interviste, sono stati sempre molto disponibili. E non di rado dopo le partite, insieme, andavamo a mangiare, come è successo a Lugano dopo aver vinto il Mondiale. Le bocce hanno anticipato la tradizione del terzo tempo”. “Mi auguro un futuro sempre più florido per una disciplina sportiva che non potrà mai tramontare”, conclude Bruno Pizzul.

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