Cantley sotto tiro
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Rose ci prova e rimonta con quella carica che ispira compagni e pubblico. Difficile la sua partita, con avversario in grandissima forma e determinato ad affermarsi contro il pubblico ostile. Per Patrick Cantlay è tutto il giorno una salva di fischi e cappellini che sventolano. Gli spettatori europei gli cantano "tanto di cappello al tuo conto in banca", che sembra lo preoccupi più della gloria che la Ryder Cup mette in palio. Il putt che l’americano infila alla 18 è una liberazione e una rivincita. Ancora più carico parte Rory McIlroy, che la sera prima impreca contro il caddie di Cantlay che sul green della diciotto gli aveva dato fastidio mentre leggeva l’ultimo putt (quello che, se imbucato, gli avrebbe dato l’en plein, 5 punti su 5 per passare alla storia). Il suo punto non è mai stato in discussione e Sam Burns ne ha fatto le spese (finisce 3&1). Stessa fine fa Brian Harman nelle grinfie di Tyrrel Hatton, che si conferma ancora una volta altamente affidabile: lo score di questa partita è blu dall’inizio alla fine e si chiude 3&2.A questo punto la vittoria è vicina, manca mezzo punto. Sembra Matt Fitzpatrick l’uomo che regalerà la vittoria dopo una battaglia epocale, ma la liscia insieme al putt della diciotto e perde da Max Homa 1up. Ludvig Aberg esce di scena alla 16 (3&2) sotto i colpi di Brooks Koepka, ieri compagno di batosta di Scheffler per il record in negativo. Tanta voglia di rifarsi dell’americano e tutto rosso il tabellone di questo match dall’inizio alla fine. Ma in arrivo alla diciotto c’è l’austriaco Sepp Straka, uno sotto ma deciso a strappare pareggio e mezzo punto. La squadra gli si fa intorno sull’ultimo fairway, arrivano compagni e capitani, la festa è vicina. Invece, mentre gioca gli ultimi colpi sul tabellone della diciotto compare Tommy Fleetwood che esulta sul green della buca prima dove ha messo palla data. Vince il match 3&1 e regala il punto della vittoria all’Europa. Intanto alla 17 vince anche lo scozzese Bob McIntyre, 2&1 per liquidare Wyndham Clark. E poi in arrivo c’è Shane Lowrie che alla 17 aveva ribaltato il suo incontro con Jordan Spieth. Come dirà poco dopo, "un po’ egoisticamente pensavo che sarei stato io a portare il punto della vittoria; e comunque le ultime due ore sono state le più infernali che abbia mai vissuto su un campo da golf".