La campionessa della Nazionale paralimpica lo scorso primo maggio ha abbattuto nuovi record, sia paralimpici sia assoluti: "Battere i normodotati? Non mi fa nessun effetto, voglio solo migliorare e imparare"
Guido Lo Giudice
6 maggio
– Milano
Il primo maggio è la festa dei lavoratori. Lo è anche per Elisabetta Mijno, medico chirurgo al CTO di Torino che, tra un turno lavorativo e l'altro, riesce comunque a ritagliarsi il tempo necessario per continuare ad essere una delle migliori arciere paralimpiche al mondo e, come se fosse una cosa facile – ma di certo non lo è – una delle migliori arciere italiane in senso assoluto.
MIJNO DA RECORD
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Per lei lo scorso 1 maggio è stata giornata di gara, non passata in corsia come è abituata a fare quando indossa il camice da medico. E lo scorso primo maggio è stata per lei una giornata da record perché, in occasione della gara nazionale sul campo degli Arcieri delle Alpi a Rivoli, la società dove la 36enne di Trana è cresciuta arcieristicamente sotto lo sguardo vigile dell'attuale direttore tecnico della nazionale olimpica Giorgio Botto, la campionessa delle Fiamme Azzurre ha scritto l'ennesima pagina di storia dell'arco paralimpico. E non solo. Elisabetta Mijno infatti, è riuscita superare se stessa nel doppio 72 frecce: i suoi punteggi? 334, 333, 333, 332: il totale è di 1332. E vale un record. Anzi, più d’uno: mondiale, oltre che europeo e italiano a livello paralimpico. Ma pure europeo (e italiano) in termini assoluti: compresi, quindi, gli atleti che tirano "in piedi". È stata superata, in questo senso, la tedesca Katharina Bauer che aveva messo a referto come primato europeo 1326 punti nel 2020.
VOGLIA DI MIGLIORARE E IMPARARE
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La leggenda di Elisabetta Mijno, che attualmente occupa il 4° posto nel ranking mondiale paralimpico, ma che è stata al primo posto fino allo scorso anno, vive un altro capitolo indimenticabile di una carriera che parla da sola: due argenti e un bronzo ottenuti ai Giochi Paralimpici di Londra, Rio e Tokyo, primati europei e mondiali più volte migliorati, innumerevoli allori europei e mondiali, titoli italiani paralimpici a profusione, podi assoluti ai tricolori e, per concludere, la convocazione sfiorata per la prima tappa di coppa del mondo ad Antalya con la nazionale "normo": "Non so dire se me l'aspettassi o meno – afferma l'arciera azzurra ripensando ai record ottenuti il primo maggio -, anche perché la specialità in questione, sulle 72 frecce, non viene proposta spesso: è come se fossero due gare insieme. So soltanto che in questo periodo mi sento in forma e sto tirando bene. Sono in crescita". Una crescita arrivata prima e dopo aver avuto la tremenda sfortuna di non poter partecipare al campionato mondiale para-archery di Dubai perché risultata positiva al covid-19 al momento della partenza, che aveva dovuto ritardare di due giorni rispetto al resto del gruppo per poter affrontare un concorso professionale al CTO. Tornando alla prestazione di Rivoli, Elisabetta chiosa così: "Battere i "normodotati"? Non mi fa nessun effetto. Né provo una soddisfazione particolare. È la conseguenza di un percorso di crescita: a me non cambia nulla sconfiggere una persona che tira in piedi o seduta. E se è più forte di me, le faccio i complimenti. L'orizzonte? Punto a traguardi sempre più alti, a evolvere come persona, professionista, arciera e atleta. Ho ancora voglia di migliorare e imparare". La dottoressa Mijno non si accontenta e non finisce mai di stupire.
6 maggio 2022 (modifica il 6 maggio 2022 | 18:30)