Il 27enne fenomeno statunitense festeggia la seconda giacca verde in soli tre anni. Lo scorso settembre le lacrime in Ryder Cup
16 aprile – 08:18 – AUGUSTA (USA)
"Sono stato progettato per questo". Dice proprio così, progettato. Direttamente da Dio. Scottie Scheffler ha questo di grande, questa caratteristica che lo fa paragonare alle leggende del golf, che lo fa definire il “nuovo Tiger Woods” – l’ennesimo, ma forse questa volta sta succedendo davvero – per la facilità con cui domina gli avversari: le sue vittorie appaiono inevitabili. Chi può vincere il torneo più importante, affascinante, desiderato dell’anno se non il giocatore più forte di tutti? Se il numero 1 del mondo indossa la Giacca Verde del Masters c’è nell’aria come un senso di giustizia raggiunta, di universo in equilibrio.
E dentro l’Augusta National sono tutti contenti: gli organizzatori, i ricchi soci del club, gli spettatori. E anche gli altri giocatori non possono far altro che dire: "E chi se no?" come aveva fatto Wyndham Clark qualche settimana fa dopo un successo di Scottie. Lui, uomo di fede, ci vede una mano divina e allora ci sarebbe davvero poco da fare per opporsi all’inevitabile.
supremazia
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Anche se il risultato è sembrato in equilibrio fino a metà dell’ultimo giro, in realtà Scheffler è rimasto in controllo fin dal giovedì e la sua supremazia è sempre stata fuori discussione. Quest’anno aveva già vinto Arnold Palmer Invitational e The Players. In tutto il 2024 non ha mai fatto un giro sopra il par. Mai. Il secondo round ad Augusta, 72 colpi, è stato il peggiore di tutto l’anno. È una statistica fin ridicola sapendo quanto è difficile è imprevedibile il golf. "È che io odio quando vado sopra par" ha detto sornione alla fine. Come fa a perdere uno così? Anche i suoi avversari avvertono che probabilmente siamo entrati in un momento del golf che non si vedeva dai tempo del miglior Tiger Woods. Ha detto Collin Morikawa: "Per tutto il giorno ha tirato più forte di me, con i ferri è stato spettacolare, ha messo i putt quando serviva. Gioco contro di lui fin da quando eravamo ragazzini ed è sempre stato speciale".
COME TIGER
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Quella vinta domenica è la seconda Giacca Verde in tre anni ed è arrivata appena alla sua quinta partecipazione al Masters, l’ultimo a fare doppietta così velocemente era stato Horton Smith che aveva vinto la prima e la terza edizione del torneo, ma stiamo parlando degli anni Trenta. Il vantaggio statistico sul secondo nel ranking mondiale non è mai stato così ampio dal Tiger del 2000 ed è un bene per tutti perché avere un dominatore aumenta l’attenzione della gente e migliora la competizione. Succede in tutti gli sport. E c’è un’altra caratteristica che lo avvicina a Tiger, l’esigenza di vincere a ogni costo. Il fuoco dentro che non lo fa mai fermare: "Mi sembra che giocare a golf da professionista sia una carriera che non dà mai soddisfazioni. Non penso alla Giacca Verde che ho appena vinto. Vorrei potermela godere, ma il cuore umano è fatto così, vuole sempre di più". È anche per questo che le sconfitte lo segnano, l’umiliazione subita lo scorso settembre alla Ryder Cup lo aveva fatto piangere davanti a tutti, ma anche questa è una caratteristica che lo rende diverso dagli altri, non ha mai paura di mostrare in pubblico le sue paure e fragilità.
fede
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Ora la sua vita sta per cambiare perché entro fine mese è attesa la nascita del primo figlio. Per questo la moglie Meredith non era ad Augusta ma è rimasta nella casa di Dallas. Lui e Meredith sono una coppia con un legame fortissimo. Sono molto religiosi, due anni fa lei lo aveva tranquillizzato la mattina del giro finale dicendogli che comunque fosse andata, che avesse vinto o che avesse perso, lui sarebbe rimasto la stessa persona che lei amava. E quindi di non preoccuparsi… Anche domenica mattina si sono sentiti "E lei mi ha solo chiesto se poteva pregare per me". Scheffler sa che con il bambino in arrivo molte cose cambieranno: "Mio figlio o mia figlia sarà la priorità principale, insieme a mia moglie, quindi il golf verrà dopo di loro. Però nessuno creda che io sarò distratto. Amo gareggiare. Amo vincere e odio perdere. Io ho molta fede, credo che i piani di oggi siano già stati stabiliti molti anni fa e che io non possa fare nulla per rovinarli. Mi è stato dato in dono questo talento e lo uso per la gloria di Dio. Sento di essere stato progettato così. Sono stato così fin da piccolo. È sempre stata una parte di me, e non credo che ci sia qualcosa di sbagliato". Non lo crede nessuno, Scottie.