La stella del team Usa che allena la calma e sogna di vincere a Roma
Luca Castaldini
29 settembre 2023 – 11:38
È il golfista numero uno al mondo e la Ryder Cup l’ha già giocata e vinta due anni fa, eppure se a Scottie Scheffler si chiede quale sia il ricordo che più ha nel cuore della sfida Usa-Europa, l’aura del fuoriclasse lascia il posto agli occhi del sedicenne. "Nel 2012 papà mi portò a vedere la Ryder a Medinah. Non dimentico l’atmosfera, perché hai voglia a vederla in tv, ma quando ti ci trovi di persona è diverso, coi tifosi impazziti, il rumore, la folla", racconta il 27enne del New Jersey, leader degli Stati Uniti e ambassador Rolex (come il suo mito Tiger Woods), worldwide partner della Ryder, al quale il brand è legato dal ‘95.
Tra l’altro accadde il celebre "miracolo a Medinah"…
"Sì. Gli Usa giocarono benissimo i primi due giorni, poi ci fu il finale clamoroso (rimonta europea col decisivo pareggio tra Tiger e Francesco Molinari; ndr). Forse allora mi sono messo in testa di giocare la Ryder".
E nel 2021 c’è riuscito.
"Era diventato frustrante vedere così tante volte l’Europa batterci… Adesso ci sarebbe un’altra striscia negativa da interrompere, è addirittura dal 1993 che in Europa vincono solo loro…".
Come vede la sfida che inizia?
"Oltre al fattore tecnico, punteremo sull’entusiasmo. Due anni fa sembrava che tutti si aspettassero che vincessimo perché eravamo a casa nostra. Sarebbe speciale fare altrettanto a Roma".
Chi ha inciso di più sulla sua carriera agonistica?
"Randy Smith. Mi allena dai 7 anni… Mi ha insegnato a mantenere la calma. Io sono molto competitivo, ma ad alto livello bisogna saper gestire ogni emozione".
C’è un giocatore di ieri o di oggi che inserirebbe nel Team?
"Facile: Tiger Woods. Sono cresciuto guardandolo giocare".
Di lei golfista si sa tutto. Nella sua vita privata che cosa c’è?
"Quando riesco a stare con mia moglie, puntiamo soprattutto al relax. Poi mi piace cucinare, vedere gli amici. E di recente ho provato spesso il pickleball".