Scheffler, Woods e McIlroy, ma non solo: tutti i numeri dell’Augusta Masters

Ecco dove il vincitore ha affondato i suoi colpi migliori e dove invece Tiger ha pagato dazio. Ma chi è stato il più lungo in campo? Tutte le curiosità del torneo della Gergia che si è appena concluso

Silvia Audisio

15 aprile – 08:06 – MILANO

I numeri aiutano a capire come si vince e come si perde un Masters. Cosa c’è oltre il risultato finale, cosa ha funzionato e cosa no, dove il vincitore ha affondato i suoi colpi migliori e dove, chi è rimasto indietro, deve lavorare e migliorare. Anatomia di un numero uno, del mondo e ancora una volta dell’Augusta National. Scottie Scheffler indossa la seconda giacca verde al suo quinto Masters (la prima nel 2022), mentre la moglie Meredith, in attesa del primo figlio, potrebbe chiamarlo da un momento all’altro. In questo caso l’avrebbe raggiunta al volo in Texas, ma non è andata così. Vince con lo score di 66-72-71-68, 277 colpi, 11 sotto il par (278 nel 2022, 69-67-71-71). Mette in pista il 79 per cento dei drive giocati (distanza media 279 metri), poi prende il green il 64 per cento delle volte e gli servono 109 putt in tutto per chiudere le 72 buche del torneo. Hideki Matsuyama gli ha consegnato la giacca verde due anni fa, Jon Rahm lo ha fatto ieri. 

epaselect epa11279241 Golfer Scottie Scheffler of the US holds up his trophy after winning the Masters Tournament at the Augusta National Golf Club in Augusta, Georgia, USA, 14 April 2024. The Augusta National Golf Club held the Masters Tournament from 11 April through 14 April 2024.  EPA/JOHN G. MABANGLO

Tiger in campo

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E poi c’è Tiger Woods. Non importa se ha affrontato infinite operazioni al ginocchio, alla schiena e alla caviglia. Non importa se ha giocato solo 24 buche quest’anno prima del Masters. E non importa se tiene il mondo col fiato sospeso fino all’ultimo minuto: giocherà o non giocherà? Ma quando Tiger Woods mette la palla sul tee della uno, tutti si aspettano il campione di sempre, soprattutto lui, che scende in campo solo per vincere. O, come ha fatto per l’ennesima volta, per riscrivere la storia. Questa settimana ha passato il taglio al Masters per la 24esima volta consecutiva, un altro record. Poi nel weekend ha chiuso la classifica al 60esimo e ultimo posto tra chi era rimasto in campo. Dove ha pagato? Troppe palle fuori posizione dal tee (fairway presi al 60 per cento), green non centrati abbastanza (solo il 43 per cento) e troppi putt, 119 in tutto.

Tiger Woods waves after his final round at the Masters golf tournament at Augusta National Golf Club Sunday, April 14, 2024, in Augusta, Ga. (AP Photo/David J. Phillip)

McIlroy il più lungo

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Il tracciato nella sua complessità dall’inizio alla fine (e a prescindere dalle condizioni del tempo) ha confermato le sue buche più toste. Si sono giocate il primato di giorno in giorno la 11 e la 18, ma alla fine ha vinto la 11, primo assaggio dell’Amen Corner, dove sono stati persi ben 115 colpi contro i 109 dell’ultima. Il più lungo in campo è stato Rory McIlroy con una media di 291 metri. Il più preciso negli approcci Max Homa, in green il 71 per cento delle volte. Chi ha saputo meglio recuperare con palla fuori posizione intorno ai green è stato Cameron Smith con un eccellente 86 per cento. Meglio di tutti ha puttato Patrick Reed, ma fare solo 101 putt non gli è servito a fare meglio del dodicesimo posto.

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